Elena Santarelli: «In famiglia ora tutti mi chiamano “il generale”»

La conduttrice, ora in onda su Raiuno con "ItaliaSì!" spiega come riesce a conciliare il lavoro e i figli ai tempi del coronavirus

Elena Santarelli. Su Instagram ha 1,8 milioni di follower  Credit: © Getty Images
11 Giugno 2020 alle 08:20

Valletta, modella, conduttrice, attrice, showgirl. Elena Santarelli ha una lunga e variegata carriera. 38 anni, un marito, Bernardo Corradi (ex calciatore e ora allenatore), due bambini, Giacomo e Greta, un fisico perfetto e il sorriso stampato sulle labbra. Tutto splendido, fino a poco meno di tre anni fa, quando il piccolo Giacomo si ammala di tumore al cervello.

Tante cure, tanta paura e finalmente la guarigione. Nel frattempo, dal 2018, non è mai mancata il sabato pomeriggio in tv. Infatti, fa parte della squadra di Marco Liorni a “ItaliaSì!”, su Raiuno. Che dal 1˚ giugno si è dilatata in “ItaliaSì! Giorno per giorno”, con due ore ogni mattina.

Elena, ora appare in tv tutti i giorni, non solo il sabato.
«È un periodo impegnativo. Senza scuola e senza asilo. A noi mamme hanno chiesto di fare le maestre di italiano, di ginnastica, di arte. Non voglio pensare che a settembre riprenderemo la didattica a distanza. I bambini hanno il diritto di andare a scuola!».

Come è cambiata la sua routine?
«Organizzazione. Ho trovato una persona d’aiuto per la mattina. La sera si sa già cosa si mangia il giorno dopo. Sono pratica. A casa mi chiamano “il generale”».

In studio continuate ad andare in onda senza pubblico e ospiti.
«Raccontiamo persone che vivono questa situazione non normale. Li raccontiamo con tutti i loro problemi».

La sua situazione com’è?
«Certo non mi posso paragonare al ristoratore che continua a pagare le tasse e non ha le stesse entrate di prima».

È stato un periodo angosciante?
«Con rispetto parlando, dopo quello che ho passato con mio figlio il Covid non mi spaventa. Io e mio marito abitiamo in una bella casa, abbiamo due bambini, siamo in salute. Il dolore era per gli altri».

Gli altri chi?
«Quelli in ospedale, che non possono vedere i parenti, che hanno perso i figli, che non hanno avuto un funerale. Prima di conoscere il reparto di oncologia, non mi potevo rendere conto di cos’è la solitudine in quei momenti».

Ora però le cose sono migliorate.
«La “Fase 2” per me è come la “Fase 1”, solo che ora posso andare a trovare mamma e papà ed entrare nei negozi. Ma chi ne paga le conseguenze sono soprattutto i bambini. Avranno ripercussioni psicologiche, sono stanchi».

I suoi figli lo sono?
«L’altro giorno ho chiesto a Giacomo: “Andiamo dalla nonna?”. E lui: “Il treno non lo prendo, non mi voglio ammalare”. I bambini hanno assorbito quello che li circonda».

Giacomo è a rischio?
«No, è guarito. Dopo che finisci la chemioterapia, il sistema immunitario si ristabilisce».

Su Instagram lei ha intervistato degli esperti di infanzia.
«In tv non si parlava mai dei bambini, come se loro non si ammalassero. Allora ho fatto un video con il responsabile del reparto Covid dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. E poi con una psicologa sul rapporto fra adolescenti e genitori. Hanno risposto alle mamme».

Raccontando la sua esperienza è diventata il riferimento di tante madri.
«Se ho la possibilità di veicolare delle notizie e di fare del bene, magari raccogliendo soldi per comprare un macchinario per l’ospedale, perché no?».

Le pesa questo ruolo?
«A volte. Ci ricaschi sempre nel dolore. Rimani in contatto con altre famiglie, ad alcuni le cose vanno bene, ad altri male. Se una mamma mi telefona e mi racconta cosa sta attraversando, io passo la sera a piangere».

Dopo la malattia di suo figlio aveva iniziato una terapia di supporto. Come sta andando?
«L’ho finita, ma ogni tanto sento il bisogno di aggiustare il tiro. La mia vita su Instagram è tutta sorrisi, ma il bip bip del macchinario a cui i bambini sono attaccati negli ospedali ce l’ho sempre in testa. Ora ci penso e mi addormento. Prima non dormivo».

Ha già dei progetti per la prossima stagione tv?
«Vediamo intanto come va questa programmazione mattutina...».

Seguici